Bari cuore della transizione climatica europea: l’evento nazionale del Patto Europeo per il Clima riaccende il dialogo tra cittadini, imprese e istituzioni

Dalle società benefit alla governance locale, passando per l’educazione ambientale, l’accesso ai fondi europei e il ruolo degli ambasciatori climatici: il 4 aprile a Bari si è discusso di futuro sostenibile, con protagonisti i rappresentanti di Alleanza per il Clima, EuCliPa, il CNR, la Commissione Europea e le istituzioni locali.
La Sala Consiliare del Palazzo di Città ha ospitato il 4 aprile 2025 l’evento nazionale del Patto Europeo per il Clima, trasformando per una mattinata Bari in capitale della sostenibilità. L’incontro, fortemente partecipato da Ambasciatori del Patto Europeo per il Clima, amministratori locali e cittadini, ha rappresentato un momento di riflessione e azione sul futuro climatico dei territori, in continuità con il recente summit europeo “Together in Action!” svoltosi a Bruxelles.
Un’agenda condivisa per il clima
Dalle 9:30 alle 13:00, un susseguirsi di interventi ha delineato un quadro chiaro e articolato di priorità per affrontare la transizione ecologica: governance multilivello, educazione ambientale, innovazione d’impresa, mobilitazione dei cittadini e accesso ai fondi europei sono stati i nodi centrali di una discussione che ha saputo tenere insieme visione politica e pratiche concrete.
In apertura dei lavori, Domenico Pecere, Ambasciatore del Patto Europeo per il Clima, ha ricordato la figura di Karl-Ludwig Schibel, sociologo, ecologista, Coordinatore Alleanza per il Clima Italia, scomparso proprio il giorno stesso dell’evento, definendolo «una figura molto influente nell’azione per il clima, sia a livello europeo che in Italia».
PAESC, il cuore della transizione climatica locale
Nel suo intervento, poi, Pecere ha ribadito che la vera sfida locale, sta nel Patto dei Sindaci e nella redazione dei PAESC – Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima. «I PAESC sono strumenti strategici, ma spesso i Comuni hanno difficoltà a realizzarli. I fondi ci sono, serve volontà politica da parte delle amministrazioni», ha dichiarato con forza, smontando la narrazione secondo cui mancherebbero risorse per i comuni.
Ha ricordato come la Commissione Europea, tramite i programmi LIFE, Horizon Europe e altri strumenti, stanzia cifre importanti per la transizione energetica. A livello regionale, la Puglia è coordinatrice del Patto dei Sindaci e ha investito 1,4 milioni di euro per supportare le amministrazioni comunali e garantisce anche supporto tecnico, con una piattaforma dedicata. Tuttavia, «la responsabilità politica e amministrativa di realizzare le azioni previste è tutta dei territori», ha sottolineato Pecere, auspicando anche l’introduzione di sistemi premiali per i comuni più virtuosi.
Cittadini al centro: partecipazione e consapevolezza
Luciana Favaro, presidente di EuCliPa Italia, ha evidenziato la necessità di rendere i cittadini protagonisti della transizione climatica. Ha portato l’esempio del comune di Seregno, che ha saputo comunicare il proprio piano climatico con chiarezza e coinvolgimento, utilizzando anche strumenti digitali come i QR code nelle piazze per mostrare ai cittadini le trasformazioni previste.
In un’ottica di rete, Gianni Tartari, segretario EuCliPa, ha spiegato come l’associazione stia costruendo una “macchina” di supporto e coordinamento tra ambasciatori, per rafforzare l’impatto delle loro azioni a livello locale. «Unire le forze è l’unico modo per rendere la nostra voce più forte», ha detto, auspicando ulteriori occasioni di confronto.
Un’economia sostenibile è possibile
Uno dei momenti più intensi è stato l’intervento di Marco Sponziello, docente all’Università del Salento, che ha proposto una legge europea per il riconoscimento formale delle imprese sostenibili. Uno studio recente ha infatti evidenziato che queste aziende fatturano il 30% in più rispetto a quelle tradizionali. «In Italia abbiamo le società benefit. Ora serve un modello europeo competitivo, dove scegliere di essere sostenibili diventa un vantaggio economico», ha dichiarato. Una proposta che verrà tradotta in un documento ufficiale da presentare in Commissione Europea.
Il ruolo delle istituzioni: tra educazione e visione politica
L’assessora regionale all’Ambiente Serena Triggiani ha presentato le strategie della Regione Puglia, illustrando la Strategia Regionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici e il Piano di Educazione Ambientale, nati da un’analisi scientifica che proietta scenari preoccupanti al 2050. «La Puglia sarà una delle regioni più esposte. Non possiamo più rimandare», ha avvertito. Coinvolgere scuole e giovani è per lei un punto non negoziabile, perché «l’adattamento inizia dalla consapevolezza».
Il sindaco Vito Leccese ha sottolineato i progressi compiuti da Bari sul fronte del verde urbano e ha ribadito che «nessuna città può risolvere da sola la crisi climatica, ma ogni comune ha il dovere di fare la sua parte». Ha poi messo in guardia sui rischi legati ai nuovi dazi USA, che potrebbero compromettere il Green Deal europeo.
Significativo, anche l’intervento dell’europarlamentare Antonio Decaro, che ha rilanciato l’idea di un’alleanza tra cittadini, istituzioni e imprese per affrontare con coerenza la transizione ecologica. Ha portato esempi concreti di economia circolare, riforestazione urbana e mobilità sostenibile. «L’ambiente non è uno slogan, ma una necessità. Solo con corresponsabilità quotidiana possiamo salvare il pianeta».
Conoscenza, reti e fiducia: il valore aggiunto della scienza e della diplomazia climatica
Due altri interventi hanno arricchito la cornice culturale e istituzionale dell’evento.
Monica Salvia, ricercatrice del CNR, ha illustrato i risultati del progetto europeo CAPACITIES, nato per supportare le città nel percorso verso la neutralità climatica. Ha sottolineato l’importanza di costruire reti nazionali di supporto, in particolare nei paesi con sistemi istituzionali frammentati come l’Italia, dove la figura dell’ambasciatore del clima può diventare un ponte tra territori e politiche europee.
Bruno Mola, della Direzione Generale Climate Action della Commissione Europea, ha invitato a coltivare l’ottimismo anche nel racconto del cambiamento climatico, senza negare le difficoltà. Ha ricordato le misure UE su fast fashion e carbon border adjustment, ma anche le criticità del contesto geopolitico. «La guerra frena la cooperazione per il clima, ma l’Europa non arretra», ha detto.
L’eredità dell’evento: più consapevolezza, più collaborazione
L’evento del 4 aprile ha lasciato in eredità alcuni importanti messaggi: ha acceso i riflettori sull’importanza di attivare risorse già disponibili, e ha ricordato che la transizione climatica è sì una sfida tecnica, ma prima ancora è una sfida culturale. Come ha sottolineato Domenico Pecere: «Servono visione, strumenti, ma soprattutto persone: cittadini informati, amministratori coraggiosi, imprese responsabili»