Resoconto finale del BMT festival dell’intelligenza artificiale e marketing AI, umana troppo umana rischio per clienti/ consumatori

15 marzo 2025 | 10:13
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Resoconto finale del BMT festival dell’intelligenza artificiale e marketing AI, umana troppo umana rischio per clienti/ consumatori

Un robot dal costo di 16mila euro addestrato per la raccolta dei pomodori; colonne sonore utilizzate per la personalizzazione di prodotti, conversazioni tra attori virtuali per la promozione di eventi. È ciò che può fare e sta già facendo l’intelligenza artificiale, tecnologia che in soli 2 mesi ha raggiunto 100 milioni di utenti ( facebook ci impiegò 4 anni per raggiungere lo stesso risultato) e che solo nel 2023 ha registrato un fatturato complessivo di 196miliardi di dollari con una proiezione nel 2030 di un fatturato di 1800 miliardi di dollari e un 37% di media di crescita). Una tecnologia arrivata per restare e per cambiare la vita di tutti, con molte facilitazioni e altrettante incognite.

Se ne è parlato nella plenaria “Ai e Marketing” svoltasi questa mattina nell’ambito della seconda ed ultima giornata del BMT, il festival dell’innovazione digitale promosso da Jcom Italia, coorganizzato dal Dipartimento di Economia e Finanza di Uniba e dall’Università Lum che ha ospitato l’evento. Una edizione che ha registrato la presenza di autorevoli esperti stimolando il confronto sui temi dell’innovazione nelle imprese e sulle sfide dell’AI.

“Il tema sfidante – ha detto il professor Pierfelice Rosato direttore scientifico del BMT e docente del Dief di Uniba – quando si parla di intelligenza artificiale e marketing è nel suo rapporto con il cliente/consumatore. Siamo sicuri che avvicinare la tecnologia all’umano non rischi di farci perdere l’uomo? Il consumatore sarà in grado di fare la differenza tra l’approccio con l’umano e quello con un robot. Il valore della relazione sarà lo stesso? Se così sarà e questo ci spaventa, vorrà dire che la tecnologia sostituisce l’umano nella sua attività principe che è quella di stabilire relazioni con gli altri”.

Un processo che va governato o sarà lui a governarci questo in sintesi il pensiero di Rosato oltre il quale si spinge frate Marco Valletta, responsabile Ufficio Comunicazione Francescani Puglia e Molise che alla provocazione risponde con un’altra provocazione. “Se non avremo più una segretaria perché sarà sostituita dall’intelligenza artificiale, non avremo più chi produce jingle perché lo farà l’AI, se tutti i profili medi di lavoratori spariranno perché saranno sostituiti dalla tecnologia, mi chiedo: ci sarà ancora il consumatore? Non dimentichiamo – avverte – che innovazione e sviluppo non sono sinonimi: il processo che ha portato dalla clava alla bomba atomica è innovazione ma non è sviluppo. Sviluppo è quando l’innovazione tecnologica contribuisce allo sviluppo dell’essere umano e del benessere comume. Quello che va evitato è che l’IA non venga antropomorfizzata”.

Più ottimista il presidente nazionale di Aism (Associazione Italiana Sviluppo Marketing Massimo Giordani che ha parlato dell’AI come di una “protesi cognitiva che consente di amplificare le capacità delle persone e determinare le strategie aziendali in modo più efficace ed efficiente. Una tecnologia che richiede, però, un uso attivo alla quale non delegare il pensiero. Per chi sceglierà la strada dell’utilizzo passivo di questi strumenti oggettivamente il rischio di avere problemi sul mercato del lavoro è più che concreto”.

Numerosi gli spunti di riflessione che questa terza edizione del BMT ha offerto a tutti gli stakeholder grazie anche al grande contributo di Uniba e Università LUM.

“Il festival dell’ innovazione,  – afferma Gusy Secundo prorettrice all’Innovazione e Terza Missione della LUM – ha rappresentato  bel un momento di confronto per rafforzare il dialogo università – territorio- imprese, tipico della Terza missione dell’ università LUM. La velocità del cambiamento dettato dalla trasformazione digitale impone al sistema universitario l’ adozione di nuove modalità per la creazione del capitale umano del futuro, attraverso la contaminazione di saperi non più confinati all’ interno del sistema universitario, bensì all’ interno dell’ ecosistema nel quale i giovani andranno ad operare. Solo così sarà possibile creare i professionisti del futuro in grado di sviluppare approcci all’ intelligenza artificiale e al marketing in cui la tecnologia non sostituisca l’ uomo, ma ne potenzi le sue capacità”.